Le stime più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2016) indicano che oltre 4,2 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’esposizione a lungo termine all‘inquinamento atmosferico esterno da particolato fine (spesso indicato come PM 2,5).
Il recente studio che ha coinvolto i ricercatori della McGill University ora suggerisce che il bilancio globale annuale delle vittime da PM 2,5 all’aperto potrebbe essere significativamente più alto di quanto si pensasse in precedenza, questo perché i ricercatori hanno scoperto che il rischio di mortalità era aumentato anche a livelli molto bassi di PM 2,5 all’aperto, valori che in precedenza non erano stati riconosciuti come potenzialmente mortali, queste tossine microscopiche causano una serie di malattie cardiovascolari, respiratorie e tumori.
Scott Weichenthal, professore associato presso il Dipartimento di Epidemiologia, biostatistica e salute sul lavoro presso la McGill University, autore principale del recente studio pubblicato nella rivista Science Advances, ha affermato:
«Abbiamo scoperto che il PM 2,5 all’aperto può essere responsabile ogni anno di 1,5 milioni di decessi in più in tutto il mondo a causa di effetti di concentrazioni molto basse che non erano state precedentemente valutate».
I dati canadesi migliorano la comprensione globale degli effetti dell’inquinamento esterno
I ricercatori sono giunti a questa conclusione combinando i dati sulla salute e la mortalità di sette milioni di canadesi raccolti in un periodo di venticinque anni con informazioni sui livelli di concentrazione di PM 2,5 all’aperto in tutta la nazione.
Il Canada è una nazione con bassi livelli di PM 2,5 all’aperto, il che lo rende il luogo perfetto per studiare gli impatti sulla salute a basse concentrazioni. Le conoscenze acquisite in Canada sono state quindi utilizzate per aggiornare i valori inferiori della scala utilizzata per descrivere come il rischio di mortalità cambia con i livelli di PM 2,5 all’aperto. Il risultato? Una migliore comprensione di come l’inquinamento atmosferico influisce sulla salute su scala globale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) recentemente ha definito nuove linee guida ambiziose per l’inquinamento atmosferico da particolato fine esterno medio annuale, dimezzando le sue precedenti raccomandazioni, da concentrazioni di 10 a concentrazioni di 5 microgrammi (ug) per metro cubo. L’attuale standard dell’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti di 12 (ug) per metro cubo è ora più del doppio del valore raccomandato dall’OMS.
Scott Weichenthal in conclusione ha aggiunto:
«Un aspetto negativo è che i benefici per la salute globale derivanti dal rispetto delle nuove linee guida dell’OMS sono probabilmente molto più grandi di quanto si pensasse in precedenza. I prossimi passi sono smettere di concentrarsi solo sulla massa delle particelle e iniziare a guardare più da vicino la loro composizione perché alcune sono probabilmente più dannose di altre. Se riusciamo a comprendere meglio questo aspetto, potrebbe permetterci di essere molto più efficienti nella progettazione di interventi normativi per migliorare la salute della popolazione».