Bangkok Pata Zoo, la prigione inferno dove gli animali vivono su due piani di un grande centro commerciale

Il Bangkok Pata Zoo è stato definito dagli attivisti “Un inferno per gli animali”, per questo lo vogliono far chiudere

C’è un gorilla al settimo piano di un grande centro commerciale a Bangkok.King Kong passa le sue giornate da solo, muovendosi poco nel suo recinto di cemento (15×10), dove non ci sono alberi  ma solo un pneumatico e un paio corde che penzolano giù dal soffitto.
King Kong trascorre lunghe ore seduto nella parte anteriore della sua gabbia con le mani che afferrano le sbarre di ferro.  A dieci metri di distanza, in un recinto con aria condizionata, un pinguino è in piedi accanto a una pozza d’acqua quasi più piccola di una vasca da bagno. E’ l’unico che sopravvive, solo pochi anni fa in questo spazio vivevano una dozzina di pinguini.
Bangkok Pata Zoo occupa i piani alti del centro commerciale in un edificio che si trova su una strada trafficata nella periferia nord. Su due piani dell’edificio, in gabbie e recinti sono stipate più di duecento specie d’animali (pitoni, tartarughe, fenicotteri, scimmie, leopardi, tigri, orsi, e anche un pony Shetland).
Edwin Wiek direttore degli Amici della Wildlife Foundation Thailandia vuole la chiusura del giardino zoologico:
“Fondamentalmente è una prigione per animali che si trova di un centro commerciale. Lo spazio è limitato, c’è poca luce solare, le gabbie sono sporche, emanano cattivo odore. La presenza continua dei visitatori, a pochi metri dagli animali, li rende molto stressati.
In un raggio di duecento metri si possono vedere cinquanta specie diverse. La maggior parte delle persone è consapevole che questo non è un modo accettabile per mantenere gli animali. E’ un infermo per gli animali”.
La Thailandia, come gran parte del sud-est asiatico, ha molto a che fare con il “benessere” degli animali: il combattimento tra galli è lo sport popolare. Gli elefanti sono ancora utilizzati per lavorare, soffocati in nezzo al traffico nelle strade.
La capitale thailandese in tutta la regione e nel mondo resta un punto di riferimento per il contrabbando di animali. La scorsa settimana nel nuovo aeroporto di Suvarnabhumi a Bangkok, in una sacca, mimetizzato tra animalii in peluche, è stato trovato sedato un cucciolo di tigre.
Il problema fondamentale è la mancanza di legislazione in materia di benessere degli animali.
Kanit Sermsirimongkol direttore del Bangkok Pata Zoo (recentemente ha ottenuto una licenza più ampia), dice:
“E’ in piena regola, tutti gli animali sono stati presi legalmente. Non c’è nessuna norma o regolamento che dice quanto spazio deve avere ogni animale. Lo spazio che abbiamo messo a disposizione è sufficiente per loro per muoversi liberamente”.
Il veterinario che cura la salute degli animali dello Zoo, aggiunge:
“Molte specie nello Zoo, hanno procreato con successo, ciò dimostra che la salute degli animali è ben gestita”.
Il direttore Kanit spiega la finalità dello Zoo:
“E’ un sollievo per le persone che cercano di sfuggire dalla giungla di cemento di Bangkok per cercare di ristabilire il contatto con la natura, i bambini apprezzano particolarmente gli animali”.
Il Ministero delle risorse naturali e dell’ambiente, all’inizio di quest’anno, in occasione della “Dichiarazione universale per il benessere degli animali”, ha dichiarato il suo supporto al progetto per la stesura di una norma per prevenire la crudeltà sugli animali. Ha detto:
“In Thailandia c’è una legge sul benessere degli animali ma è molto debole, inefficace, ed è raramente applicata: chi tortura un animale al massimo può rischiare una multa di 1.000 baht” (equivalgono a 36 dollari).

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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