Australia: i lavoratori che rifiutano le scansioni biometriche possono essere licenziati

Superior Wood Pty Ltd è il principale produttore e distributore di prodotti di legno tenero Araucaria Cunninghamii nel mondo. Araucaria è il legno tenero di alta qualità per molte applicazioni, inclusi modanature, mobili e applicazioni strutturali. Fa parte dell’azienda familiare di quarta generazione le cui radici iniziano nel 1875 a Brisbane, nel Queensland in Australia.
Jeremy Lee dipendente di Superior Wood a detta di tutti è stato un lavoratore modello, in più di tre anni non ha perso un solo giorno di lavoro, il suo datore di lavoro per le sue buone prestazioni l’ha persino premiato, ma quando – motivando un’invasione della sua privacy -, ha rifiutato di conformarsi alla nuova politica aziendale del controllo dell’entrata e uscita con la scansione delle impronte digitali, è stato licenziato da Superior Wood (il governo australiano, ha detto che l’azienda aveva tutto il diritto di farlo).
Superior Wood nell’ottobre 2017 impose ai suoi dipendenti di timbrare l’entrata e l’uscita dal lavoro con uno scanner d’impronte digitali, ciò non andava bene a Jeremy Lee, continuò a utilizzare il registro delle presenze per documentare le sue ore di lavoro. L’azienda più volte aveva avvertito Jeremy Lee che poteva licenziarlo se non si fosse conformato alla nuova rilevazione delle presenze. Jeremy Lee continuò a rifiutare la scansione biometrica, Superior Wood l’ha licenziato nel febbraio 2018.
Jeremy Lee lo scorso marzo ha presentato una vertenza per ingiusto licenziamento alla Fair Work Commission (in Australia è il tribunale per le relazioni sul posto di lavoro. Il suo ruolo è quello di aiutare dipendenti e datori di lavoro a mantenere ambienti di lavoro equi e produttivi.
La Commissione all’inizio di questo mese ha emesso il suo verdetto: la politica di rilevazione delle presenze di Superior Wood è legale, l’azienda ha il diritto di licenziare Jeremy Lee.
Jeremy Lee ha intenzione di appellarsi alla sentenza, per ora sembra che le aziende australiane abbiano il diritto di licenziare i dipendenti che rifiutano le scansioni delle impronte digitali. E questo è senza dubbio preoccupante per chiunque condivida le inquietitudini di Jeremy Lee sulla raccolta di dati biometrici, l’ha manifestato al suo datore di lavoro con una lettera inviata nel novembre 2017.
Ha scritto:
«Tutte le più grandi aziende tecnologiche – come Apple, Google, Facebook, Telstra, Samsung – sono in competizione per accedere e memorizzare quanti più dati possibili sugli individui. Informazioni che poi sono negoziate e scambiate, quindi, se dovessi acconsentire a una scansione delle impronte digitali, la mia impronta digitale sarebbe scansionata e memorizzata per essere utilizzata immediatamente (indipendentemente dalle affermazioni contrarie), oppure sarebbe scansionata e memorizzata per essere utilizzata in un secondo momento».
Abbiamo visto molti esempi della fame di dati degli utenti da parte dell’industria tecnologica e del loro uso improprio. Le preoccupazioni di Jeremy Lee sono comprensibili, purtroppo non sono state sufficienti a salvare il suo lavoro.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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