Api mellifere: scienziati hanno scoperto un cibo alternativo per garantire la loro sopravvivenza, senza bisogno di polline naturale

La ricerca della Washington State University e dell‘APIX Biosciences NV di Wingene, in Belgio, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, descrive nel dettaglio i risultati positivi di esperimenti in cui colonie sottoposte a stress nutrizionale, impiegate per l’impollinazione di colture commerciali nello Stato di Washington, sono prosperate grazie alla nuova fonte di cibo.
L’innovazione, ispirata alle diete artificiali somministrate a bestiame e animali domestici, è progettata per fornire tutti i nutrienti essenziali di cui le api mellifere hanno bisogno. Si prevede che diventerà una strategia efficace per contrastare il crescente tasso di collasso delle colonie e salvaguardare le riserve alimentari globali, strettamente legate all’impollinazione delle api.
La nuova fonte di cibo per le api ha una forma compatta, è simile alle Power Bars, le barrette energetiche che gli esseri umani consumano per ottenere rapidamente energia e nutrienti. Le “barrette” per le api vengono posizionate direttamente nelle colonie, dove le giovani api le elaborano per distribuire i nutrienti essenziali sia alle larve sia gli adulti.
La nuova scoperta risolve una delle sfide sempre più grandi che devono affrontare le api mellifere: la mancanza di un’adeguata nutrizione nel loro ambiente.
Brandon Hopkins, professore emerito di ecologia degli impollinatori presso la Washington State University e coautore dello studio, ha affermato:
«I cambiamenti nell’uso del territorio, l’espansione urbana e le condizioni meteorologiche estreme hanno tutti un impatto negativo sull’alimentazione delle api e di altri impollinatori».
Le api mellifere non traggono tutto il loro nutrimento da un’unica fonte. Hanno bisogno di varietà nella loro dieta per sopravvivere, ma trovano sempre più difficile reperire la fornitura continua di polline di cui hanno bisogno per sostenere la colonia.
Patrick Pilkington, CEO di APIX Biosciences US, ha evidenziato l’importanza di questo progresso scientifico:
«Fino a questo momento, le api mellifere non potevano essere alimentate con mangimi artificiali. Lo studio dimostra che, in condizioni di campo commerciale, l’uso del nostro mangime sostitutivo del polline, su colonie che affrontano carenze nutrizionali, provoca un cambiamento significativo e misurabile nella loro salute, rispetto alle pratiche attualmente migliori. Il nostro prodotto potrebbe rivoluzionare la gestione delle api mellifere».
La ricerca, frutto di oltre un decennio di lavoro, ha richiesto un’ampia collaborazione. Thierry Bogaert, autore principale dello studio e presidente di APIX Biosciences, ha sottolineato l’impegno collaborativo:
«Il lavoro appena pubblicato è il risultato di un impegno scientifico erculeo di tre team, in primo luogo, i fondatori e gli scienziati di APIX Biosciences, che hanno testato migliaia di combinazioni di ingredienti sulle api mellifere per oltre 10 anni per creare questo mangime; in secondo luogo, il team della Washington State University, con la sua esperienza leader nel campo delle api mellifere e, in terzo luogo, i principali apicoltori della California, insieme ai team di divulgazione. Hanno reso possibile test sul campo su larga scala e basati sulla scienza dei mangimi».
La coautrice dello studio, Anne Marie Fauvel, si è occupata di questo terzo aspetto. La scoperta fondamentale nell’ambito della ricerca è il ruolo dell’isofucosterolo, una molecola presente naturalmente nel polline che agisce come nutriente essenziale per le api mellifere.
Le colonie alimentate con cibo arricchito con isofucosterolo sono sopravvissute per un’intera stagione senza accesso al polline, mentre quelle che ne erano prive hanno subito gravi cali, tra cui riduzione della produzione larvale, paralisi degli adulti e collasso della colonia. Il nuovo mangime contiene anche una miscela completa di altri nutrienti di cui le api hanno bisogno.
La Washington State University per convalidare l’efficacia della nuova fonte di cibo in condizioni reali, ha condotto prove sul campo con colonie sottoposte a stress nutrizionale in campi di mirtilli e girasoli, entrambi noti per la scarsa qualità del polline per le api. Rispetto alle colonie che ricevevano mangimi commerciali standard o nessuna integrazione, quelle alimentate con la nuova fonte di cibo prosperavano, dimostrando un aumento della sopravvivenza e della crescita della colonia.
Brandon Hopkins ha affermato:
«Alcuni apicoltori non impollinano più i mirtilli perché le colonie soffrono o muoiono e le tariffe per l’impollinazione non coprono le perdite».
Il polline di mirtillo non è molto nutriente per le api mellifere, che non sono ben adattate all’impollinazione di quella coltura, ma se avessero questa fonte di cibo supplementare, gli apicoltori potrebbero tornare a impollinare quei campi, sapendo che le loro api hanno maggiori probabilità di sopravvivere.
La grave sfida è rappresentata dall’elevata mortalità annuale delle colonie, con recenti resoconti che indicano perdite di livello critico, sottolinea l’urgenza di questa innovazione.
Patrick Pilkington si è detto ottimista circa l’impatto della scoperta:
«Siamo certi che il prodotto avrà un impatto positivo sugli apicoltori e sui coltivatori quando sarà disponibile per l’acquisto negli Stati Uniti, previsto per la metà del 2026, nel frattempo, stiamo collaborando con la Washington State University e la comunità degli apicoltori statunitensi per sviluppare il modo migliore per utilizzare questo nuovo strumento in ambito agricolo».

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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