Alluvioni: un nuovo potente satellite,per aiutare a prevedere alluvioni devastanti può impedire la morte di migliaia di persone

Le alluvioni sono tra le più comuni calamità naturali del pianeta, ogni anno, causa inondazioni, oltre un miliardo di gente è a rischio, e migliaia di persone muoiono.
I numeri sono proiettati a salire per gli effetti della velocità del riscaldamento globale che accelera il ciclo dell’acqua che provoca tempeste estreme con precipitazioni e inondazioni.
La notizia che segue è di stretta attualità, in queste ore l’Isola di Madeira è stata colpita da una devastante alluvione, si lamentano molti morti e ingenti danni.
Un nuovo e potente strumento che utilizza le misurazioni satellitari per monitorizzare il volume dell’acqua che scorre sopra e sotto la superficie della Terra, potrebbe aiutare gli scienziati a prevedere inondazioni devastanti.
La previsione delle inondazioni è stata sempre all’insegna dell’incertezza perché i metodi attuali di rilevazione senza strumentazioni scientifiche si basano su una raccolta di dati sulle recenti precipitazioni, accoppiata con informazioni rilasciate dai proprietari terrieri e autorità locali, invitati a rispondere a domande sulla percentuale d’umidità del luogo in cui si trovano.
Ora, grazie al satellite Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE) tutta questa incertezza sta cambiando. I dati scientifici raccolti dal satellite possono fornire misurazioni precise sul volume d’acqua che filtra attraverso i terreni per indicare concretamente quanto bagnata o asciutta è una regione.
J.T. Reager e James Famiglietti dell’University of California, in base ai dati acquisiti dal satellite sul ciclo annuale delle acque sotterranee presenti nella maggioranza delle regioni in tutto il mondo, per fare un esempio, hanno rilevato che in Africa, in primavera, nel bacino del fiume Niger, il livello dell’acqua immagazzinata nel suolo è salito rapidamente da un minimo annuo di soli pochi centimetri fino al limite massimo di circa 30 cm. Eventuali nuove piogge avrebbero fatto gonfiare il fiume Niger, causando inondazioni.
Reagir, spiega:
“Vediamo alcune zone della Terra sempre gonfie di massa d’acqua, dobbiamo presumere che ci sarà un momento in cui questi ecosistemi non potranno più reggere, sappiamo che presto le alluvioni potrebbero verificarsi in questi luoghi”.
I ricercatori per conoscere le inondazioni verificatesi nel corso dello stesso periodo, hanno confrontato i dati GRACE dal 2003 fino al 2008, costatando che corrispondevano a noti eventi accaduti.
I ricercatori sono fiduciosi che il loro nuovo metodo potrebbe migliorare notevolmente i tempi di previsione delle inondazioni, permettendo alle autorità di emettere con un mese d’anticipo prima del disastro, un avviso di un elevato rischio d’inondazioni.
Il loro lavoro dovrebbe essere pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
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