Allarme di Stephen Hawking, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe significare la fine dell’umanità

Lo scienziato Stephen Hawking in un’intervista con la BBC ha detto:
«La tecnologia dell’intelligenza artificiale potrebbe rapidamente evolvere e superare l’umanità, uno scenario come quello previsto nel film “Terminator”. Le forme primitive d’intelligenza artificiale che già abbiamo, si sono rivelate molto utili, però credo che il pieno sviluppo potrebbe significare la fine della razza umana perché l’intelligenza artificiale una volta sviluppata a un ritmo crescente potrebbe rimodularsi e procedere per conto suo. Gli esseri umani, limitati dalla lenta evoluzione biologica, non potranno competere e saranno superati».
Stephen Hawking considerato uno degli scienziati più brillanti del mondo, colpito dalla malattia del motoneurone, è costretto a vivere su una sedia a rotelle, parla con l’ausilio di un sintetizzatore vocale, comunque è pronto a sfruttare la tecnologia di comunicazione moderna, ha detto:
«Nei primi giorni di Internet sono stato tra le prime persone a essere collegato. Internet ha portato benefici e pericoli, come ha avvertito il nuovo capo dell’agenzia di spionaggio elettronico della Gran Bretagna GCHQ: “E’ diventata un centro di comando per criminali e terroristi, dobbiamo contrastare la minaccia senza sacrificare la libertà e la privacy”».
Stephen Hawking ha mostrato un nuovo sistema software sviluppato da Intel, utilizza la funzione del testo predittivo per permettergli di scrivere più velocemente. Sarà reso disponibile online nel mese di gennaio per aiutare le persone con la malattia del motoneurone. Lo scienziato pur accogliendo con favore i miglioramenti della tecnologia, ha detto di aver deciso di non cambiare il suono robotico della sua voce, originariamente proveniente da un sintetizzatore vocale progettato per un servizio di elenco telefonico. Ha detto:
«Quella voce è molto chiara, anche se è un po’ robotica. E’ diventata il mio marchio di fabbrica, non vorrei cambiare per una voce più naturale, con un accento inglese. Mi hanno detto che i bambini che hanno necessità di un computer vocale lo vogliono come il mio».

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