L’articolo pubblicato sul sito The Conversation è a firma di Rebecca Ellis, ricercatrice presso la School of Medicine, Health, and Life Sciences della Swansea University.
Alessitimia è un termine che potresti non aver mai sentito prima, descrive qualcosa che molte persone sperimentano: difficoltà nell’identificare, distinguere ed esprimere le emozioni. Influisce sul modo in cui le persone interagiscono con le proprie emozioni al lavoro, nelle relazioni e persino dentro di sé. Può anche cambiare il modo in cui una persona analizza l’ambiente circostante e interagisce con il mondo.
Non è facile dire se qualcuno che conosci soffre di alessitimia. Spesso, una persona potrebbe non rendersi nemmeno conto di averla. È un fenomeno molto interiore che una persona sperimenta.
Il termine “alessitimia” è stato descritto per la prima volta nella ricerca negli anni ’70, non esiste una diagnosi clinica, si pensa che colpisca circa il 10% della popolazione generale. La parola stessa deriva dalle radici greche: “A-“: un prefisso che significa “senza” o “mancanza di”; “Léxis”: che significa “parola” o “linguaggio”; “Thymos”: che significa “emozione” o “sentimento”.
Quindi, “alessitimia” letteralmente significa “mancanza di parole per le emozioni”. È un termine usato in psicologia per descrivere la difficoltà di una persona nell’identificare e descrivere le proprie emozioni.
L’alessitimia è strettamente correlata al senso di interocezione, ovvero la capacità di interpretare ed etichettare i propri stati interni. Le persone con interocezione ridotta, detta anche “alessisomia”, non riescono a dire facilmente se hanno fame, sete, sono stanche, eccitate o soffrono.
È importante sottolineare che l’alessitimia varia da persona a persona. Le persone autistiche, ad esempio, ne soffrono a un tasso più alto, tra il 33% e il 66% rispetto alla popolazione generale. È anche più comune tra le persone con disturbo ossessivo compulsivo, disturbo disforico premestruale, disturbo da stress post-traumatico, ansia e depressione. Alcune persone hanno sempre sofferto di alessitimia, mentre altre l’acquisiscono attraverso un trauma.
Se una persona non è in grado di identificare ciò che sta provando, potrebbe essere più propensa a sopprimere o ignorare quelle sensazioni corporee e meno propensa ad attenuare eventuali problemi. In questo modo è più difficile per loro regolarsi emotivamente e potrebbero provare più spesso la sensazione di sentirsi sopraffatti.
Una caratteristica dell’alessitimia è uno stile di pensiero orientato verso l’esterno. Le persone con alessitimia tendono a concentrarsi su ciò che accade intorno a loro per ottenere informazioni, piuttosto che sui propri processi emotivi. Una persona affetta da alessitimia potrebbe aver bisogno di riflettere su un evento passato per capire cosa stava provando in quel momento, utilizzando indizi contestuali. Spesso adatta le proprie azioni per far fronte a ciò in situazioni future.
L’alessitimia in particolare per le persone autistiche, può rendere difficile interpretare segnali sociali come le espressioni facciali. Ciò può diventare opprimente e portare una persona a sperimentare crolli emotivi.
Le persone affette da alessitimia possono anche rispondere in modo diverso agli eventi che, solitamente, provocano emozioni comuni, come la morte di una celebrità o l’annuncio di un matrimonio. Reazioni che possono sembrare fuori luogo agli altri, possono portare a incomprensioni e frustrazione per le persone coinvolte.
Consapevolezza emotiva
L’alessitimia influenza il modo in cui una persona sperimenta e interpreta le emozioni, dal notare le sensazioni fisiche nel corpo, all’identificarle come sentimenti specifici, e decidere come rispondere. Capire in quale fase una persona ha difficoltà in questo processo, può aiutare a determinare il tipo di supporto di cui potrebbe aver bisogno.
L’alessitimia, mentre può influenzare la connessione di una persona con le proprie emozioni, la consapevolezza emotiva è un’abilità che può essere sviluppata in età adulta e migliorata nel tempo. Esercitarsi a dare un nome alle emozioni e alle sensazioni fisiche, è una strategia che può aiutare le persone con alessitimia a comprendere meglio se stesse. Un’altra, è imparare a identificare come queste sono rappresentate nel corpo.