8 marzo, mai più violenza sulle donne

Negli ultimi anni l’8 marzo si celebra nel segno delle polemiche che vedono lo scontro tra l’importanza storica di questa data e uno svilimento dovuto all’onda inarrestabile del business che non ha risparmiato la “festa della donna”. Ad andare contro ogni polemica sul significato da dare oggi all’8 marzo ci ha pensato quest’anno Amnesty International che ha patrocinato l’uscita sugli schermi italiani dell’ultimo film del regista senegalese Sembene Ousmane, "Moolaadé".
“Moolaadé” in lingua pulaar, uno dei sei idiomi nazionali del Senegal, indica la protezione accordata a qualcuno in fuga ed è un’antica tradizione trasmessa da racconti, storie e leggende. Il film di Sembene Ousmane si svolge tutto durante il “Moolaadé” che Collé Ardo offre a quattro bambine che sono fuggite per evitare di sottoporsi all’antico rito della “Salindé”, l’escissione. In un piccolo villaggio, con le case colorate e una moschea che assomiglia ad un castello fatato, si svolge uno scontro generazionale che contrappone gli anziani, sia uomini che donne, ai più giovani del villaggio: un confronto, aspro e violento, che mostra in modo chiaro come la struttura sociale, antica e solida, delle comunità è un vero e proprio muro difficile da oltrepassare. Si trattata di una divisione netta che costringe a scegliere tra la vita nella comunità, e la libertà personale di fare del proprio corpo e della propria vita ciò che si vuole: le donne “bilakoro”, cioè impure perché non hanno subito l’escissione, non sono accettate e non posso sposarsi.
La lotta contro l’escissione è nata dalle donne africane ed è stato il Comitato Interafricano che si è battuto, e continua a farlo, per informare le donne e estirpare una pratica che si giustifica con la religione, ma che ha il solo scopo di mantenere il controllo sessuale sulle donne. Le donne africane si sono organizzate e hanno chiesto aiuto all’Europa che in parte a risposto al loro appello: in Italia il 22 dicembre 2005 hanno approvato la legge contro le mutilazioni genitali femminili che vieta ogni forma di mutilazione, ma purtroppo non le considera un motivo sufficiente per chiedere l’esilio politico. La strada è ancora lunga e, nonostante i passi fatti negli ultimi anni, ogni anno 130 milioni di donne vengono mutilate.
Continua a leggere questo articolo scritto da  Alice Casalini, che ringrazio. A lei e a tutte le donne, i miei auguri per la festa dell’8 marzo..