Rischio idraulico fosso di Vallerano non riguarda il nuovo stadio della Roma ma gli abitanti di Decima

A margine dell’incontro alla Casa della Città tra Osservatorio sullo Stadio di Tor di Valle e i cittadini, l’assessore alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo ha rilasciato un’intervista ai cronisti.

Per quanto riguarda il rischio idraulico nella zona del fosso di Vallerano c’è stata un’interrogazione parlamentare di SEL, può spiegare cosa sta succedendo?
Il parere letto in Parlamento è lo stesso parere dato dall’autorità di bacino nella conferenza dei servizi preliminare del 31 luglio 2014, quindi un anno e due mesi fa. È un parere con prescrizioni che non riguardava l’area dove è stato realizzato lo stadio, ma riguarda la messa in sicurezza del fosso di Vallerano che esolla e mette sott’acqua l’area di Decima, già oggi a rischio esondazione. Il progetto ha assunto questa prescrizione, aumentando da 2 a 5 milioni di euro le previsioni di intervento per la mitigazione del rischio idraulico. Il progetto prevede la messa in sicurezza del fosso di Vallerano e il consolidamento degli argini sul Tevere, così come prescritto dall’autorità di bacino. Quello uscito in questi giorni sui giornali non è nulla di nuovo rispetto a quanto già non sapevamo e rispetto a quanto i proponenti hanno assunto come prescrizioni e rispetto al fatto che l’amministrazione comunale ha inserito questa prescrizione del fosso di Vallerano tra gli interventi che qualificano il pubblico interesse dell’opera, se non si risolve o se non si affronta la questione specifica posta dall’autorità di bacino il progetto non può andare avanti.

Se anche uno solo di questi elementi posti dall’autorità di bacino non dovessero andare in porto, il progetto si ferma?
Se solo un’opera di pubblico interesse non dovesse essere realizzata, decade il pubblico interesse e la procedura si esaurisce senza lascia nessuna traccia, nè di diritti acquisiti, nè di altro. Finisci perchè decade il principio su cui si basa la norma sugli stadio, ossia la dichiarazione di pubblico interesse.

Atac si è pronunciata a sfavore della metro B, la non realizzazione potrebbe far decadere il pubblico interesse?

La delibera approvata in assemblea consigliare dice che nel nodo di Tor di Valle deve esserci un servizio di 16 treni l’ora, per garantire circa a 20 mila persone l’accesso e l’uscita allo stadio. Prioritariamente, dice la delibera, questo si realizza con il prolungamento della metro B e il privato ha l’obbligo nel presentare il progetto definitivo di fare anche quello definitivo della metro B. Se Atac decide di avere questo servizio solo sulla Roma Lido allora il privato si disobbliga da questo progetto di realizzare la metro B, ma c’è qualcun altro, in questo caso la regione, che si fa carico di garantire questo tipo di servizi, quindi 16 treni l’ora, e nei tempi secondo il cronoprogramma.

Ma questo potenziamento della Roma-Lido è possibile?
Non sono un tecnico, noi abbiamo fissato che il livello di servizio alla stazione di Tor di Valle deve essere di 16 treni l’ora, questo può essere garantito o da 8 treni l’ora sulla Roma Lido, cosa che dovrebbe essere già adesso e 8 treni l’ora con il prolungamento della metro B a Tor di Valle. Se per altri motivi in conferenza dei servizi si decidesse di potenziare solo la Roma-Lido nessun problema , quello che abbiamo fissato nella delibera è che arrivino a Tor di Valle 16 treni l’ora, altrimenti lo stadio non si può aprire.

Sulla procedura della procura che ha delegato la Guardia di Finanza non vede nulla di nuovo?
Quando si fa un esposto la procura ha l’obbligo di aprire un fascicolo, noi siamo a disposizione. Il procuratore Pignatone lo sa, tutti i materiali sono a disposizione sul sito pubblicamente. Abbiamo tante questioni aperte sulla procura, è un’operazione fatta con rigore e in trasparenza.

Articolo originale pubblicato su Skyscrapercity 

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