Profilo di uno psicopatico

Solo uno psicopatico può aver azionato quel maledetto telecomando

Profilo di uno psicopatico
La personalità psicopatica nella storia della psichiatria è stata studiata sotto varie entità indicate come follia morale, inferiorità, psicopatico, sociopatico, personalità amorale, asociale, antisociale.
L’eziologia di queste entità probabilmente convergono su fattori genetici e ambientali (alimentazione, esperienze infantili, ecc.)
In alcuni studi i problemi psicopatici sono stati collegati a varie anomalie e malformazioni riscontrabili con l’elettroencefalografia (EEG).
Gli psicopatici sono caratterizzati principalmente dal loro disprezzo per le regole stabilite dalla società. Privi di principi morali, valorizzano gli altri solo quando rappresentano qualcosa di utile; non esitano a calpestare i diritti degli altri quando rappresentano un ostacolo al raggiungimento dei loro scopi.
La storia di atti criminali psicopatici è caratterizzata da furti, aggressioni, ricatti, truffe, violazioni e anche crimini.
Lo psicopatico quando non ottiene risultati, si ritiene vittima della società, cerca ogni motivazione per giustificare le sue azioni, guidate da proprie regole, non ammette alcun rimorso o vergogna per le violazioni commesse.
Gli psicopatici, impulsivi per natura, non misurano il rischio o le conseguenze delle loro azioni, commettono ripetutamente atti rischiosi per sé e per gli altri, come la guida spericolata, il consumo di sostanze stupefacenti o impegnarsi in atti criminali.
Incapaci di tollerare le frustrazioni, possono essere molto violenti se non ottengono ciò che vogliono con mezzi pacifici. Inclini alla noia, alla continua ricerca di forti emozioni, si considerano uomini di azione, intrepidi o temerari.
I loro rapporti sono freddi e superficiali, sono interessati solo a se stessi, tendono a vedere gli altri come oggetti intercambiabili, sono incapaci di provare affetto per gli altri, anche se possono fingere il contrario qualora lo ritengano opportuno.
Gli psicopatici sono manipolativi, utilizzando gli altri per raggiungere i loro obiettivi, non esitano a sfruttare le debolezze degli altri. Inoltre sono estremamente disonesti, non sono in grado di mantenere relazioni sentimentali di lunga durata, di solito sono infedeli e  sessualmente promiscui.
La malattia di solito inizia nella prima adolescenza, addirittura nell’infanzia, si manifesta con la cattiva condotta scolastica, l’abuso di animali o bambini piccoli, l’aggressività, la violenza, delitti come il furto o danni alla proprietà.

Decima Revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie, disturbi mentali e comportamentali

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-10, 1992) definisce il disturbo della condotta della personalità in base ai seguenti criteri:
1. crudele disprezzo per i sentimenti degli altri e la mancanza di empatia;
2. marcato e persistente atteggiamento di irresponsabilità e disprezzo per le norme, le regole e gli obblighi sociali;
3. incapacità di mantenere relazioni durature;
4. tolleranza molto bassa per la frustrazione o bassa soglia di controllo dell’aggressione, facilità a comportamenti violenti;
5. incapacità di provare senso di colpa e di imparare dall’esperienza, in particolare dalla punizione;
6. marcata predisposizione ad incolpare gli altri o offrire plausibili razionalizzazioni di comportamento conflittuale;
7. irritabilità persistente.

Il Quarto Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association (DSM-IV, 1994) utilizza i seguenti criteri per il disturbo antisociale di personalità.

A. Lo psicopatico, dopo i quindici anni, presenta un quadro pervasivo di disprezzo e di violazione dei diritti degli altri, come indicato da tre o più dei seguenti elementi:

1. mancato adeguamento alle norme sociali rispetto a comportamenti leciti come indicato dal ripetersi di condotte suscettibili al limite dell’arresto;
2. disonestà, come indicato dalla ripetuta menzogna, l’uso di pseudonimi, o truffare gli altri per profitto o piacere personale;
3. impulsività o incapacità di pianificare il futuro;
4. irritabilità e aggressività, come indicato da ripetuti scontri o assalti fisici;
5.  totale indifferenza per la propria incolumità o quella degli altri;
6. irresponsabilità persistente, come indicato dalla incapacità di mantenere un comportamento coerente al lavoro o far fronte ad obblighi finanziari assunti;
7. mancanza di rimorso, come indicato dall’essere indifferenti dopo aver ferito, maltrattato o rubato gli altri.

B. L’individuo ha almeno 18 anni.

C. Ci sono prove di Disturbo della Condotta con esordio prima dei 15 anni.

D. Comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di un episodio maniacale.

Referenze:
American Psychiatric Association. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quarta edizione (DSM-IV). Washington, 1994.

JG Gunderson, Phillips K. Disturbi della personalità. In: HI Kaplan, BJ Sadock. Comprehensive Textbook of Psychiatry / VI. Baltimore: Williams & Wilkins, 1995.

Luengo MA, Carrillo de la Peña MT. Psicopatia. In: Belloch A, B Sandin, Ramos F. Manuale di Psicopatologia. Madrid: McGraw Hill, 1995.

Millon T. Disturbi della personalità. DSM-IV e oltre. New York: John Wiley and Sons, 1996.

Organizzazione Mondiale della Sanità. Decima Revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10). Disturbi mentali e comportamentali. Madrid, 1992.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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