Pakistan, preoccupante escalation, anche le donne utilizzano l’acido per sfregiare gli uomini

Aurat Foundation, organizzazione per i diritti delle donne pakistane, evidenzia un dato che le riguarda: nel 2011 sono state oggetto di oltre 8.500 aggressioni con l’acido, costrette a matrimoni forzati e subìto altre forme di violenza.
La situazione in Pakistan è sempre più preoccupante, nulla sembra frenare le aggressioni, neanche la nuova legge che criminalizza gli attacchi con l’acido (i colpevoli rischiano il carcere da un minimo di quattordici anni, fino all’ergastolo).
Il Pakistan – società tradizionalmente patriarcale – ultimamente ha visto nascere un improvviso aumento di aggressioni con l’acido da parte delle donne contro gli uomini.
Sheikh Mohammad Noman, ventiquattro anni, è una delle ultime vittime, intervistato dal Daily Mail (immagini non adatte a persone facilmente impressionabili),  ha detto:
«Mia moglie mi aveva lasciato per tornare a vivere con il suo ex, quando ho rifiutato di darle il divorzio, dopo avermi detto: “Ho qualcosa per te, ti prego, perdonami“, per vendetta mi ha gettato l’acido. Il dolore è evidente sul corpo, ma è il mio cuore a soffrire maggiormente, perché l’amavo, questo è ciò che ho ricevuto in cambio».
L’inchiesta evidenzia che  l’aumento degli attacchi con l’acido contro gli uomini, è iniziato dopo il suicidio di Fakhra Younus, ragazza pakistana, sfregiata più di un decennio fa (foto non adatta a persone facilmente impressionabili). Il suo ex-marito Bilal Khar, nel maggio del 2000, fu accusato di essere entrato in casa della suocera per versato l’acido sul viso di Younus mentre dormiva: il terribile attacco bruciò i suoi capelli, fuse le sue labbra, la accecò ad un occhio, distrusse il suo orecchio sinistro e le sciolse il seno. Il suo naso fu quasi completamente fuso.
Younus dopo qualche tempo, per curare il suo viso sfigurato emigrò in Italia a Roma. In dieci anni fu sottoposta a trentanove interventi chirurgici.
Il diciassette marzo, dopo dodici anni di sofferenze, decise di togliersi la vita, lasciò un messaggio dove evidenziò di aver compiuto l’estremo gesto per protesta contro il governo pakistano, in silenzio sulle atrocità subite dalle donne.
Bilal Khar venne arrestato nel 2002, accusato del tentato omicidio di Younus, dopo appena cinque mesi, fu rilasciato su cauzione.
Kahr, un ex-parlamentare e figlio di un ricco governatore pakistano, fu infine assolto per l’attacco, sebbene molti ritengano che egli abbia sfruttato le conoscenze familiari per sfuggire alla condanna.
Sharmeen Obaid-Chinoy, regista pakistana, nel 2012 è stata la prima donna del suo paese a vincere un Oscar per  “Salvare la faccia“, il miglior documentario sulle donne aggredite con l’acido.
Il documentario (la BBC, ha riferito che è stato girato interamente in Pakistan), è la cronaca del lavoro di Mohammad Jawad, famoso chirurgo plastico, in viaggio in tutto il paese per effettuare la chirurgia ricostruttiva sulle tante donne che ogni anno rimangono sfigurate dalle ustioni provocate dall’acido.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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