Novità mondiale, effettuati con successo tre trapianti di cuore morto

La notizia pubblicata dal Sydney Morning Herald, riporta che per la prima volta al mondo è stato effettuato con successo il trapianto di tre cuori che avevano smesso di battere per più di 20 minuti.
I trapianti di cuore in genere si basano su organi prelevati da donatori in morte cerebrale i cui cuori continuano a battere, i medici australiani hanno fatto una scoperta che potrebbe salvare la vita di molte più persone che hanno bisogno di un trapianto di cuore. I chirurghi dell’Hospital St. Vincent di Sydney hanno detto di aver scoperto come utilizzare i cuori che hanno smesso di battere, piuttosto che basarsi sul cuore, ancora pulsante di donatori in morte cerebrale.
La tecnica ha profonde implicazioni per ridurre la mancanza di donatori di organi, la chiave è una soluzione di conservazione (ha richiesto dodici anni di studio per essere perfezionata), funziona in congiunzione con una macchinaHeart in a box” nota come “Ex vivo organ care system (OCS)”, consente al cuore del donatore di essere collegato a un circuito sterile che ripristina il battito cardiaco e lo mantiene caldo, limitando gli effetti indesiderati associati con metodi precedenti con i cuori tenuti in ghiaccio.
Peter MacDonald direttore dell‘Unità Trapianto dell’Hospital St. Vincent ha detto:
«La mossa per recuperare i cuori che in precedenza erano considerati non idonei per il trapianto significa che migliaia di cuori possono essere disponibili per chi soffre d’insufficienza cardiaca allo stadio terminale. Il nostro più grande ostacolo in tutti questi anni è stato la limitata disponibilità di donatori di organi».

Trapianto di cuore morto

I pazienti trapiantati Michelle Gribilas e Jan Damen
ringraziano il chirurgo Kumud Dhital del St Vincent Hospital. Immagine AAP

La prima persona circa due mesi fa ad avere il trapianto di un “cuore morto” resuscitato con la nuova procedura è stata Michelle Gribilar, cinquantasette anni originaria di Campsie, soffriva d’insufficienza cardiaca congenita. Il portavoce dell’ospedale ha detto:
«La signora si sta riprendendo bene, è stata dimessa, ha riferito di sentirsi come una quarantenne. Prima dell’operazione, non era stata in grado di camminare cento metri senza problemi, ora cammina per tre chilometri, ogni giorno sale cento, centoventi gradini».
Il secondo paziente, Jan Damen, quarant’anni, nato a North Narrabeen anche lui sofferente d’insufficienza cardiaca congenita, ha avuto un intervento chirurgico, una quindicina di giorni fa. Si sta riprendendo in ospedale.
Il terzo paziente è stato operato recentemente, è in terapia intensiva, le sue condizioni sono buone».

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