Photovoice può risolvere traumi psicologici causati da violenza sessuale

Photovoice (fotografia partecipativa) è uno strumento educativo per l’empowerment di gruppi socialmente vulnerabili, combina la fotografia con la ricerca e l’azione partecipata. L’obiettivo è far acquisire ai partecipanti competenze per migliorare la propria occupabilità.
Le persone attraverso questo metodo realizzano foto su una particolare tematica e le discutono in gruppo al fine di presentare delle proposte di cambiamento. L’uso dell’immagine fa sì che il partecipante sia stimolato a una riflessione attiva in merito a se stesso e al contesto in cui vive rendendolo cosciente delle risorse e potenzialità, in possesso o da sviluppare.
La discussione in gruppo delle foto e la stesura delle didascalie da apporre alle foto scattate è la parte più importante del metodo. L’enfasi più che sul processo di produzione di fotografie è maggiore sull’attribuzione dei significati condivisi con le immagini. Grazie a questo processo narrativo condiviso si sviluppa una coscienza critica di gruppo che attiva le persone a cercare insieme soluzioni alternative.

La fototerapia può risolvere i traumi psicologici causati da violenza sessuale
I ricercatori hanno detto che l’utilizzo di PhotoVoice, in combinazione con trattamenti standard per il disturbo da stress post-traumatico, potrebbero aiutare a riprendersi da violenza sessuale.
National Institute of Justice and the Centers for Disease Control and Prevention, riporta che una donna americana su sei nel corso della vita ha sperimentato una violenza sessuale, un tentativo di violenza sessuale o stupro.
Più della metà delle donne sopravvissute allo stupro manifesta il disturbo post traumatico da stress (PTSD), la ricerca precedente ha scoperto che non tutti i sopravvissuti rispondono ai trattamenti tradizionali per il PTSD, per questo i loro sintomi riaffiorano nel corso del tempo.
Abigail Rolbiecki, ricercatore presso University of Missouri School of Medicine, afferma che gli interventi con PhotoVoice, in cui i partecipanti esprimono i loro pensieri e sentimenti attraverso le foto, in combinazione con i trattamenti tradizionali di PTSD, potrebbero tradursi in un recupero più completo per i sopravvissuti di violenza sessuale:
«Photovoice dà alle popolazioni vulnerabili un modo alternativo per esprimere se stessi, permettendo ai sopravvissuti di utilizzare le fotografie per aiutare a trasmettere i loro pensieri e sentimenti. I partecipanti hanno preso le foto che rappresentavano i loro punti di forza e di debolezza e i loro processi per ottenere giustizia.
L’intervento in un ambiente sicuro e di supporto, delicatamente ha permesso ai partecipanti di esporre se stessi, il loro trauma psicologico e discutere i loro pensieri e sentimenti».

Riscrivere la storia
Abigail Rolbiecki ha detto che gli attuali trattamenti di PTSD sono progettati per aiutare i sopravvissuti a gestire la loro ansia quando devono affrontare i loro traumi psicologici, ma offrono poco sostegno nell’affrontare il risultato della loro esperienza:
«I tipici metodi per il trattamento di PTSD non sono specificamente progettati per favorire la fase post traumatico, raramente offrono l’opportunità per i sopravvissuti di riscrivere la loro storia, dare significato alla loro esperienza, che è importante e necessaria per la crescita».

Abigail Rolbiecki nello studio ha utilizzato nove donne che in qualsiasi momento della loro vita hanno sperimentato una violenza sessuale. Ogni donna ha ricevuto una macchina fotografica e le istruzioni per prendere le foto legate alla propria esperienza connessa all’aggressione sessuale e recupero. Le donne in gruppo s’incontravano settimanalmente per discutere le loro immagini.
Le partecipanti dopo aver completato le discussioni, hanno lavorato insieme per pianificare una mostra fotografica a inviti per educare gli altri sulla violenza sessuale e le politiche di violenza sessuale.
Abigail Rolbiecki ha intervistato ogni partecipante per discutere ulteriormente la loro esperienza collegata all’intervento terapeutico con Photovoice.

Forza personale
Abigail Rolbiecki ha detto che al termine della fototerapia, i partecipanti hanno manifestato diminuzioni dei sintomi di PTSD e senso di colpa, e aumento la loro crescita post-traumatico, in particolare con la loro forza:
«Le donne sopravvissute alle aggressioni sessuali, spesso dalla società sono identificate come vittime. Photovoice permette ai partecipanti di ridefinire se stessi nonostante la loro vittimizzazione. Attraverso questo strumento possono condividere la loro storia,  e rientrare nel mondo con una storia scritta esclusivamente da loro.
I risultati del mio studio pubblicati su Traumatologia mostrano che Photovoice ha implicazioni terapeutiche, soprattutto in termini di trattamento di traumi attraverso la creazione, discussione e critica dei racconti fotografici».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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