Ecco gli Strandbeest incredibili creature cinetiche che si nutrono di vento (video)

Theo Jansen artista olandese è nato nel 1948 a Scheveningen, Paesi Bassi, ha studiato fisica presso la Delft University of Technology. Ama costruire sculture cinetiche che camminano, nuove forme di vita chiamate Strandbeest (in olandese: Strand = spiaggia; beest = bestia).
I suoi “Strandbeest” vivono e passeggiano sulle spiagge olandesi, per sopravvivere si nutrono di vento, fuggono dall’acqua, sono costruiti connettendo e articolando sottili tubi gialli in PVC, del tipo in uso in elettrotecnica per la canalizzazione dei cablaggi di impianti elettrici, assemblati con nastro adesivo, elastici, e fascette serrafili. A questi materiali si aggiunge l’impiego di bottiglie riciclate di polietilene, bastoni di legno e persino pallet.
Simili nell’aspetto a giganteschi insetti, o a grossi scheletri animali, le sue creature sono in grado di camminare sulle spiagge olandesi sfruttando l’energia del vento: nel tempo, hanno acquisito anche forme di omeostasi, con la capacità di immagazzinare l’energia eolica in bottiglie, sotto forma di aria compressa, per garantirsi forme di autonomia in assenza di vento, ma anche con l’implementazione di rudimentali abilità percettive nei confronti dell’ambiente esterno, attraverso semplici sensori realizzati con gli stessi materiali di base, e con l’implementazione di elementari forme di memorizzazione, una combinazione di elementi che permette agli Strandbeest di modificare il proprio comportamento sulla base delle percezioni.
Le sue opere, animate e deambulanti, sono una fusione tra creazione artistica e invenzione ingegneristica; in uno spot commerciale di una nota compagnia automobilistica, Jansen ha affermato: «i confini tra arte e ingegneria esistono solo nelle nostre menti».

Sensibilità all’acqua e al vento forte
Cruciale è la capacità delle sculture cinetiche che camminano, di percepire e reagire ad alcune circostanze avverse e potenzialmente esiziali per la loro sopravvivenza, come il rischio di inoltrarsi in mare aperto, finendo sommerse o travolte dall’acqua, o il rischio di cadere in balia di un forte vento.
Theo Jansen attraverso sensori unicamente meccanici e pneumatici, ha implementato la capacità di avvertire la presenza di acqua ai propri piedi, o della sabbia asciutta delle dune: le creature reagiscono a questi stimoli con un arresto del movimento e un avvio in direzione contraria. Altri sensori, inoltre, hanno la capacità di percepire la presenza di vento forte, una circostanza alla quale rispondere ancorandosi al terreno, grazie a un perno incardinato nella sabbia, sotto le percosse di un martello azionato da un pistone pneumatico.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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