Facebook, ecco ciò che accade realmente quando clicchi su Mi piace

Hai visto quelle foto pubblicate su Facebook che invitato a “vedere cosa succede” o “Se ottengo un milione di mi piace il mio papà mi comprerà una macchina“? Sembrano messaggi innocenti, in realtà sono collegati a un grande business favorito anche dal nostro Mi piace o dal nostro commento.
Facebook mi piace Dark Side dei Pink Floyd

L’esempio classico è l’immagine del prisma della copertina dell’album Dark Side dei Pink Floyd, accompagnata dalla scritta “Funziona davvero: passo 1 Clicca sulla Foto. Passo 2 su Mi Piace. Passo 3: lascia un commento e vedi la magia“.
Nel nostro feed di notizie si vedrà che tra gli amici qualcuno ha cliccato Mi piace e commentato l’immagine. Ciò vi farà pensare che su quella foto, interagire direttamente con un clic o un commento farà accadere qualcosa di sorprendente: facciamo clic e commentiamo ma non succede nulla. O almeno si pensa che non sia successo nulla, in effetti, è stato attivato il cosiddetto Like Farming, l’immagine è stata diffusa nella pagina news feed di tutti i nostri amici.

Like Farming
Si chiama Like Farming, ecco come funziona. Qualcuno crea una pagina e inizia a postare foto accompagnate da citazioni o altri contenuti innocenti. La pagina risulta accattivante, “Ti piace“, ora compare regolarmente nel tuo feed di notizie. Ogni volta che s’interagisce con un post, l’attività della pagina con quella immagine si rivela nel feed di notizie dei tuoi amici. La pagina ottiene altri mi piace e commenti, tutto ciò influisce sull’algoritmo, rende la pagina sempre più visibile nel news feed di Facebook.
L’ingegneria sociale di questi siti è impressionante, per guadagnare hanno bisogno del nostro supporto, lo stimolano con immagini come quella dei Pink Floyd o con storie commoventi, come quella di una ragazza chiamata “Mallory“, presentata così:
«Questa è mia sorella Mallory. Lei ha la sindrome di Down (sic) non pensa di essere bella. Per favore clicca Mi piace su questa foto così posso fargli vedere che lei è veramente bella».
In realtà non c’era nessuna Mallory. La foto era di una ragazza di nome Katie la cui madre inorridì nell’apprendere che l’immagine della figlia era stata utilizzata per la truffa.
I truffatori stanno facendo tanti soldi con il nostro Mi piace, infatti, quando la loro pagina ottiene abbastanza fan (un centinaio di migliaia o più) il proprietario potrebbe iniziare a mettere annunci pubblicitari sulla pagina. Tali annunci sono visualizzati nel tuo feed di notizie: potrebbe essere un link a un’app, un gioco o un servizio che vogliono far acquistare. Potrebbe essere una “raccomandazione” per un prodotto su Amazon, dove il proprietario della pagina ottiene un beneficio per ogni acquisto effettuato tramite il collegamento. O più atrocemente, il proprietario della pagina potrebbe essere stato pagato per diffondere malware con link ai siti che installano virus sui computer per il furto d’identità.

La vendita delle pagine fan
Proprio come una rivista che vende annunci, queste pagine sono un business, possono essere comprate e vendute come in qualsiasi altra attività. Warriorforum elenca i siti in vendita come la pagina con quasi cinquecentomila appassionati di hamburger. Prezzo da pagare per acquistare il sito: 3.800 euro. Un altro sito specializzato in “coccole” ha oltre un milione di fan, è in vendita per 5.300 euro.
Molti di questi annunci appaiono e scompaiono per timore di essere cancellati dal social, un portavoce di Facebook ha detto:
«Le pagine in vendita infrangono i termini di servizio, qualsiasi pagina venduta o utilizzata in comportamento fraudolento può essere rimossa. Chiaramente questo è il gioco del gatto e del topo con le aziende che chiudono e riaprono regolarmente“.

Non mi piace (lo spam)
Se hai gradito qualcosa e ora sei pentito, puoi rimediare. Vai al tuo profilo, dall’elenco a discesa vedi i Mi piace, quelli più indiziati, poi clicca su “Non mi piace più”.

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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