Corte penale internazionale tratterà i reati ambientali come crimini contro l’umanità

La Corte penale internazionale (CPI) ha annunciato che inizierà a trattare i reati che provocano la distruzione dell’ambiente come crimini contro l’umanità. Il primo esempio del cambiamento nella politica sarà visto nella decisione della Corte penale internazionale (CPI) su un caso archiviato nel 2014 contro la Cambogia per pratiche illegali di accaparramento della terra.

Difendere l’ambiente
La Corte penale internazionale (CPI) in una mossa senza precedenti, ha dichiarato che inizierà a trattare come crimini contro l’umanità i casi di distruzione ambientale, l’uso improprio di terra, e l’espropriazione illegale di terre.
Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale dell’Aja, fondata nel 1998, ha dato l’annuncio in un documento politico pubblicato la scorsa settimana.
Si tratta di uno sviluppo promettente che ha attirato molte lodi per un’istituzione a volte criticata per la sua lentezza sulle condanne. Gillian Caldwell, direttrice esecutiva di Global Witness è tra chi inneggia alla decisione della CPI, in una dichiarazione ha detto che il messaggio è forte, ora le terribili conseguenze dell’espropriazione illegale di terre e la distruzione dell’ambiente sono state riconosciute al più alto livello della giustizia penale.

Il banco di prova per la politica del cambiamento
Gillian Caldwell mentre ritiene che “i padroni e politici complici di chi ha raso al suolo le foreste tropicali e avvelenato fonti di acqua, presto potrebbe trovarsi sotto processo all’Aja a fianco di criminali di guerra e dittatori aziendali”, David Bosco dell’American University’s School of International Service, suggerisce il contrario, al Washington Post ha detto:
«Non direi che questo tipo di azioni penali sarebbe probabile, è molto difficile da attuare. La Corte penale internazionale in futuro potrebbe diventare partner con i governi nazionali su casi che coinvolgono l’ambiente».
Il documento è, chiaramente, un passo nella giusta direzione, ciò non significa che in tempi brevi le compagnie petrolifere saranno perseguite. Gli esperti hanno rilevato che la decisione della  Corte penale internazionale (CPI) non cambia la definizione di un crimine contro l’ambiente, com’è già definito nello Statuto di Roma.
Il primo test della nuova politica sarà visto nella decisione della Corte penale internazionale su un caso archiviato nel 2014 contro la Cambogia per le pratiche di espropriazione illegale di terre, che, secondo Global Diligence (servizio di consulenza legale diritti umani internazionali), dal 2002 hanno forzatamente sfollato 350.000 persone dalle loro case.

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