Alberghi venezuelani in crisi chiedono ai turisti di portare carta igienica e sapone

Un portavoce dell’industria del turismo locale sulla mancanza di prodotti in Venezuela ha detto che è diventata così grave che alcuni alberghi stanno chiedendo agli ospiti di portare la propria carta igienica e sapone.
In Merida, uno stato in Venezuela occidentale noto per i suoi splendidi paesaggi montuosi, i piccoli alberghi stanno lottando per rifornire le loro stanze con generi di prima necessità, specialmente in questo periodo di vacanza con la Settimana Santa in corso.
Xinia Camacho, proprietaria di un piccolo hotel di lusso con venti camere ai piedi del parco nazionale della Sierra Nevada, ha detto:
«E’ una situazione estrema, per più di un anno non abbiamo avuto carta igienica, sapone, qualsiasi tipo di latte, caffè o zucchero, per questo dobbiamo dire ai nostri ospiti di venire preparati».
Gerardo Montilla, presidente della sezione turismo di Merida, ha detto:
«La scarsità di prodotti sta colpendo duramente gli hotel più piccoli, cinque alberghi mi hanno detto che stanno attraversando una brutta situazione, sono costretti a chiedere ai clienti di portare la propria carta igienica. Siamo vicino al confine con la Colombia, molte merci venezuelane sono lì per essere vendute  a un prezzo superiore in Colombia.
Gli alberghi più grandi possono aggirare la carenza di prodotti con l’acquisto di carta igienica e di altri generi di prima necessità da contrabbandieri del mercato nero che rincarano fino a sei volte il prezzo normale. I piccoli alberghi a conduzione familiare non possono permettersi di pagare sempre tali prezzi maggiorati,  a volte devono rinunciare all’acquisto».
Xinia Camacho per principio si rifiuta di comprare la carta igienica dal mercato nero, ha detto:
«Nel mercato nero si deve pagare 110 bolivares (0,50 dollari) per un rotolo di carta igienica che al supermercato costa normalmente 17 bolivares (0,08 dollari). Non voglio partecipare alla corruzione del mercato nero, non ho quattro ore di tempo il giorno per fare la fila al supermercato per comprare la carta igienica, per questo dallo scorso dicembre chiediamo ai nostri clienti di portarla».
Ora la situazione sta diventando difficile, recentemente i funzionari venezuelani in tutto il paese nel tentativo di arginare il flusso di contrabbando impediscono alle persone di trasportare beni di prima necessità. Così ora i clienti degli hotel potrebbero avere la loro carta igienica confiscata prima ancora di arrivare in albergo. E’ una situazione assurda».
Le Associazioni turistiche in Venezuela in precedenza durante il Carnevale si erano lamentate per la mancanza di prodotti simili, proprio in un periodo di punta per i viaggi turistici. Il Consiglio Superiore per il Turismo, un’associazione nazionale, aveva riferito al governo che gli alberghi in Venezuela orientale erano stati costretti a chiedere ai clienti di portare la propria carta igienica. Il governo non ha risposto alle denunce, né mostrato la volontà di rendere disponibile la carta igienica.
Il governo dopo aver riscontrato tassi di crescita elevati di turismo interno (in buona parte dovuto alla svalutazione della moneta del Venezuela, ciò ha reso sempre più difficile per la popolazione locale di andare in vacanza all’estero), sta promuovendo i viaggi in Venezuela con Daniella Cabello, figlia di Diosdado Cabello, Vicepresidente del Venezuela.

Xinia Camacho sessantaquattro anni ha aperto il suo albergo diciotto anni fa, con il suo partner tedesco, Peter Lauterbach continua a tirare avanti, in conclusione ha detto:
«In tanti anni non avevo mai visto carenze così gravi di prodotti. La crisi mi ha costretto a orientarmi su altre derrate per il mio ristorante, in questo periodo di Pasqua non abbiamo disponibilità di manzo e di pesce di mare, cuciniamo trote, anatra, e, talvolta, l’agnello, che è prodotto qui a Merida.
Non sono ottimista sul futuro del mio paese, anche se lavoro nel settore del turismo, anche se amo Merida e amo il Venezuela, non posso essere irresponsabile, non posso dire a un turista straniero di venire in Venezuela, appena scendono la scaletta dell’aereo, incontreranno molti rischi».
La mancanza di prodotti non è l’unico problema per i turisti in Venezuela, il paese, a conduzione socialista ha anche il tasso di omicidi più alto del Sudamerica e un sistema arcaico di cambi, essenzialmente per evitare le tariffe costose che sono addebitate dalle banche a chi paga con le carte di credito o preleva i soldi da un bancomat, costringe i turisti a portare grandi mazzette di dollari con loro. D’altra parte, senza carta igienica, un rotolo di banconote potrebbe tornare utile in caso di bisogno.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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